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Corsale Maurizio: Archeologia familiare
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Archeologia familiare

Maurizio Corsale

I. Scivolò leggero dal letto, definitivamente insonne; si mosse al buio, silenziosi passi sulla moquette, un sottile filo di chiaro tra le imposte gli fece da guida: scostò la tenda, il vetro della finestra rifletteva spezzettando, come un prisma screpolato, le luci dei lampioni più vicini. Con gesti lenti raccolse i vestiti dalla sedia, se li sistemò addosso alla meglio e, sempre in silenzio, uscì dalla stanza. Nell'aria ovattata del corridoio
...le sono morti tutti intorno…». «Una sopravvissuta! L'avrò vista l'ultima volta almeno quindici anni fa, ai funerali di papà Alfredo, ricordi? Già molto anziana volle venire fino a Firenze!». «Io l'ho incontrata un paio d'anni fa, ero di passaggio a Orvieto, così l'andai a trovare. Mi disse che era contenta ma mi sembrò molto fredda e distante; mi fece impressione la sua grande e lunga solitudine, sopportata quasi con orgoglio. La notizia l'ho avuta da Amilcare, il custode, ricordi?
...
[Fine del testo di assaggio]


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