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Rosa Parks
Rosa Louise Parks, nata Rosa Louise McCauley (Tuskegee, 4 febbraio 1913 – Detroit, 24 ottobre 2005), è stata un'attivista statunitense.
Attivista del movimento per i diritti civili, divenne famosa per aver rifiutato nel 1955 di obbedire alla regola di cedere il proprio posto su un autobus a un bianco, dando così origine al boicottaggio dei bus a Montgomery. La sua azione si inseriva in un contesto di proteste; nove mesi prima Claudette Colvin era stata protagonista di un episodio analogo. All'episodio di Rosa Parks fu data maggiore risonanza.
Rosa Parks è stata anche soprannominata Mother of the Civil Rights Movement.
Scrisse anche un'autobiografia, e soprattutto dopo la morte, la sua storia è stata protagonista di diversi prodotti d'intrattenimento di massa.
== Biografia ==
=== La giovinezza e i primi passi da attivista ===
Rosa Parks era figlia di James Henry McCauley (1886-1962), un falegname e scalpellino, e di Leona Carlie Edwards (1888-1979), un'insegnante di scuola elementare, i quali si sposarono il 12 aprile 1912. Durante la guerra sua madre lavorò a Detroit, nel Michigan, e Rosa vide che gli afroamericani del nord avevano più libertà degli afroamericani del sud. Oltre alla discendenza africana, uno dei bisnonni di Rosa Parks era scozzese-irlandese e una delle sue bisnonne una schiava in parte nativa americana. Sofferente sin da bambina di cattive condizioni di salute con tonsillite cronica, la sua era un'umile famiglia di origine afroamericana e di confessione metodista che viveva a Tuskegee, una cittadina poco distante da Montgomery, in Alabama. Anche i suoi genitori erano attivisti per la comunità afroamericana. L'ambiente in cui crebbe Rosa era contraddistinto da una forte propensione al razzismo e caratterizzato da stringenti norme razziali, di retaggio schiavista, panorama simile a quello di diversi stati del sud degli Stati Uniti che in quel periodo predicavano la divisione tra neri e bianchi, secondo il motto separate but equal, ed in cui le persone di colore godevano di minori diritti e subivano continue umiliazioni.
Nel 1932, a 19 anni, sposò il barbiere Raymond Parks, attivista nel movimento per i diritti civili degli afroamericani, del quale assunse il cognome ed il quale la introdusse all'attivismo. Rosa nel frattempo lavorò come sarta e si dedicò sempre di più all'attività politica. Tra le cause che prese a cuore viene ricordata quella degli Scottsboro Boys, un gruppo di nove ragazzi neri tra i 13 e i 19 anni, che dopo una rissa su un treno vennero accusati ingiustamente di aver usato violenza su due ragazze bianche, a cui la Parks diede sostegno sia emotivo sia concreto, partecipando e organizzando diverse iniziative a favore della loro liberazione.
Nel 1933, a 20 anni, Rosa Parks finì gli studi, grazie alle incitazioni del marito Raymond Parks.
Nel 1943 venne nominata segretaria della sezione locale dell'associazione nazionale per la promozione delle persone di colore, la NAACP, ed è in questo ruolo che nel 1954 si trovò a collaborare con Martin Luther King, all'epoca giovane ed ancora sconosciuto, alle prese con il suo primo incarico come pastore protestante nella chiesa di Dexter Avenue.
=== L'arresto ===
Il 1º dicembre 1955, Rosa prese l'autobus per rientrare a casa dal suo lavoro di sarta in un grande magazzino di Montgomery. Non trovando posti liberi nel settore riservato ai neri, occupò il primo posto dietro all'area riservata ai bianchi, nel settore dei posti accessibili sia ai bianchi sia ai neri, posti che però i neri avevano l'obbligo di cedere qualora fosse salito un bianco e non avesse trovato posti liberi tra quelli riservati ai bianchi. Dopo tre fermate l'autista, l'ex militare James F. Blake, le chiese di alzarsi e spostarsi in fondo all'automezzo per cedere il posto ad un passeggero bianco salito dopo di lei. Rosa, mantenendo un atteggiamento calmo, sommesso e dignitoso, rifiutò di muoversi e di lasciare il suo posto. Il conducente fermò il veicolo e chiamò due agenti di polizia per risolvere la questione: Rosa Parks fu arrestata e incarcerata per condotta impropria e per aver violato le norme cittadine.
Blake e la Parks si erano già incontrati su un autobus da lui guidato nel 1943, anno in cui la donna era salita sul mezzo dalla porta anteriore, riservata ai bianchi, e l'autista le aveva chiesto di scendere e risalire dalla porta posteriore, dedicata ai neri; Rosa, indignata, era scesa ed aveva atteso l'autobus successivo, promettendosi che da quel momento, ogni volta che avrebbe preso un autobus, non sarebbe salita qualora vi avesse nuovamente visto Blake al volante.
Rosa Parks fu quindi incarcerata con l'accusa di “condotta impropria”, ma poche ore dopo l'accaduto venne scarcerata grazie a Clifford Durr, un avvocato bianco antirazzista da sempre impegnato nella battaglia per i diritti civili della comunità afroamericana, che decise di pagare la cauzione alla donna.
=== La protesta da parte degli afroamericani ===
La notizia dell'arresto di Rosa Parks e dell'episodio si diffuse velocemente: la popolazione afroamericana si trovò in subbuglio, pronta a protestare ma nel terrore di eventuali rappresaglie da parte dei bianchi e di peggiorare ulteriormente la situazione. Fu Jo Ann Robinson, presidentessa della Women’s Political Council, un’associazione femminile afroamericana, a proporre un'azione di protesta pacifica: quella notte fece stampare migliaia di volantini in cui invitava la popolazione nera a boicottare i mezzi pubblici e li distribuì nei vari luoghi di ritrovo. Martin Luther King ed altri leader del movimento contro la discriminazione razziale vennero a sapere dell'iniziativa ed aiutarono a organizzarla e diffonderla.
Il giorno successivo, il 5 dicembre, incominciò il boicottaggio degli autobus di Montgomery, protesta che durò per 381 giorni; decine di autobus rimasero fermi per mesi finché non venne abolita la legge che legalizzava la segregazione. Le proteste furono appoggiate non solo dalla popolazione afroamericana ma anche dall'opinione pubblica e alcuni particolari ordini di lavoratori, come i tassisti, che abbassarono il costo delle corse a quello di un biglietto del bus per agevolare i partecipanti al boicottaggio. Lo stesso giorno si tenne il processo a Rosa Parks che se la cavò con una multa. Questi eventi diedero inizio a numerose altre proteste in molte parti del paese. Lo stesso King scrisse sull'episodio descrivendolo come «l'espressione individuale di una bramosia infinita di dignità umana e libertà», aggiunse che Rosa «rimase seduta a quel posto in nome dei soprusi accumulati giorno dopo giorno e della sconfinata aspirazione delle generazioni future».
Nel 1956 il caso di Rosa Parks arrivò alla Corte Suprema degli Stati Uniti, che stabilì, all'unanimità, l'incostituzionalità della segregazione sugli autobus pubblici dell'Alabama.
=== Dopo la protesta ===
Sebbene non fosse una leader del movimento per i diritti civili che si stava sviluppando nell'ultima parte degli anni cinquanta, la figura di Rosa Parks divenne un simbolo importantissimo per gli attivisti e, di conseguenza, malvista dagli ambienti segregazionisti bianchi contrari alla protesta nera. Ricevette numerose minacce di morte e, non riuscendo più a trovare lavoro, all'inizio degli anni sessanta decise di trasferirsi a Detroit, nel Michigan, dove ricominciò a lavorare come sarta. Successivamente, dal 1965 al 1988 lavorò come segretaria per il deputato al Congresso John Conyers.
Nel 1979 fu una delle protagoniste della raccolta di figurine collezionabili Supersisters, che aveva l'obiettivo di proporre modelli femminili di successo in campo politico, sportivo, sociale e culturale.
Nel febbraio del 1987 Parks fondò il Rosa and Raymond Parks Institute for Self Development insieme a Elaine Eason Steele in onore del marito Raymond Parks. Nel 1999 ottenne la Medaglia d'oro del Congresso.
È morta per cause naturali a Detroit il 24 ottobre 2005, all'età di 92 anni. Dopo la morte della donna, la nipote ha scelto di salvare la casa in cui Rosa dovette rifugiarsi dopo il celebre gesto e di donarla all'artista contemporaneo Ryan Mendoza. L'edificio, minuscolo e fatiscente, sarebbe stato demolito a breve a causa della crisi immobiliare del 2008, ma grazie all'intervento della nipote è stato salvato e Mendoza ne ha creato una riproduzione esatta. Inizialmente l'opera d'arte è stata esposta in Germania e poi nel cortile del Palazzo Reale di Napoli, poiché negli Stati Uniti non era stato possibile trovare una sistemazione permanente.
== Tributi ==
Nel 1976, Detroit ribattezzò la 12th Street "Rosa Parks Boulevard.
Nel 1979, la NAACP insignì Parks della Spingarn Medal.
Nel 1980 ricevette il Martin Luther King Jr. Award.
Nel 1983 fu introdotta nella Michigan Women's Hall of Fame per la sua opera in merito ai diritti civili.
Nel 1990 Rosa Parks fu invitata a partecipare al gruppo che accoglieva Nelson Mandela alla sua liberazione dalla prigionia in Sud Africa; nello stesso anno parte della Interstate 475 nei pressi di Toledo, Ohio prese il suo nome.
Nel 1999 Time la definì una delle 20 figure del XX secolo più influenti.
Nel 2000, lo Stato americano dove nacque la insignì della Alabama Academy of Honor; ricevette inoltre la prima Governor's Medal of Honor for Extraordinary Courage.
Nel 2002, Molefi Kete Asante la incluse nella sua lista dei 100 afroamericani più importanti.
Nel 2003 il bus numero 2857 su cui viaggiava fu restaurato ed entrò a far parte del
Museo Henry Ford.
Nel 2004 nella Los Angeles County nella rete MetroRail la stazione Imperial Highway/Wilmington, dove la Blue Line si connette con la Green Line, è stata ufficialmente ribattezzata "Rosa Parks Station".
Nel 2014 le è stato dedicato l'asteroide 284996 Rosaparks.
Nel 2020 le è stata intitolata una passerella a Padova, non lontano dal Giardino dei Giusti del Mondo.
Il 12 maggio del 2021 le è stato dedicato un parco a Milano.
== Nei media ==
=== Cinema ===
Al personaggio di Rosa Parks è ispirato il film La lunga strada verso casa (1990) di Richard Pearce, interpretato da Whoopi Goldberg.
Alla sua storia è stato dedicato anche il film statunitense The Rosa Parks Story (2002), scritto da Paris Qualles e diretto da Julie Dash, in cui la figura di Rosa è interpretata da Angela Bassett. Il film è stato trasmesso dal canale televisivo CBS il 24 febbraio 2002.
Il documentario Mighty Times: The Legacy of Rosa Parks, diretto da Robert Houston nel 2002, ha ottenuto la candidatura all'Oscar al miglior cortometraggio documentario.
Nel 2018 è uscito Io sono Rosa Parks, cortometraggio del regista Alessandro Garilli. Il film ha vinto il premio G2 nella sezione MigrArti alla 75ª Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica a Venezia.
=== Televisione e altro ===
Nell'undicesima stagione della serie televisiva britannica Doctor Who è presente un episodio dedicato a Rosa Parks.
Nel 2020 è stato realizzato dallo studio californiana Eido, in occasione di un Ted talk, il cortometraggio animato The Hidden Life of Rosa Parks che in cinque minuti ripercorre la storia dell'attivista prima e dopo l'evento del posto sull'autobus. Nella 9 stagione di The Big Bang Theory, viene citata da Sheldon per una questione vagamente simile.
=== Musica ===
Sister Rosa della band afroamericana The Neville Brothers fa parte dell'album Yellow Moon (1989)
Rosa Parks della band statunitense OutKast fa parte dell'album Aquemini (1998)
Rosa Parks della band italiana Corimè fa parte dell'album La scelta (2014)
Blackbird della band inglese The Beatles
La neña del Salvador del cantante italiano Alberto Fortis.
OK. Respira della cantante italiana Elodie (2022)
== Onorificenze ==
== Note ==
== Bibliografia ==
Parks, Rosa, Wil Clay, e Jim Haskins. I Am Rosa Parks. New York: Penguin, 2011.
== Voci correlate ==
Diritti civili
Cronologia della segregazione razziale negli Stati Uniti d'America
Boicottaggio dei bus a Montgomery
Mary Louise Smith (attivista)
Edgar Nixon
Keys contro Carolina Coach
Claudette Colvin
== Altri progetti ==
Wikiquote contiene citazioni di o su Rosa Parks
Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Rosa Parks
Wikinotizie contiene l'articolo Morta Rosa Parks, eroina dei diritti civili, 25 ottobre 2005
== Collegamenti esterni ==
Parks, Rosa Louise, su Treccani.it – Enciclopedie on line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
Parks, Rosa, in Dizionario di storia, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 2010.
Rosa Parks, in Dizionario di storia, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 2010.
(EN) Rosa Parks, su Enciclopedia Britannica, Encyclopædia Britannica, Inc.
Rosa Parks, su enciclopediadelledonne.it, Enciclopedia delle donne.
(EN) Opere di Rosa Parks, su Open Library, Internet Archive.
(EN) Rosa Parks, su Comic Vine, Fandom.
(EN) Rosa Parks, su IMDb, IMDb.com.
Cile di Pinochet
Cile di Pinochet (nella storiografia di lingua spagnola Régimen Militar, cioè "Regime militare") è un'espressione che identifica il periodo della storia del Cile che va dal golpe del settembre 1973, quando Augusto Pinochet divenne capo della giunta militare, all'11 marzo 1990, quando in Cile, tornato alla democrazia, entrò in carica il presidente eletto Patricio Aylwin.
Pinochet iniziò immediatamente dei radicali cambiamenti sociali ed economici, sciogliendo i partiti politici e adottando una politica liberista, nazionalista, anti-liberale ed anticomunista. Il nuovo regime si avviò a schiacciare le istituzioni rappresentative che avevano permesso al Cile (grazie al meccanismo previsto per le elezioni presidenziali del 1970) di diventare la prima nazione al mondo con un capo di Stato marxista democraticamente eletto con il 36% delle preferenze, Salvador Allende.
La duratura democrazia del Cile divenne una dittatura militare (espressione tuttora contestata e fatta sostituire nei libri di scuola con "regime militare" dal governo cileno), e l'esperimento socialista, che aveva causato una grave crisi economica e un'impennata dell'inflazione, si era concluso in modo tragico con un sanguinoso colpo di stato nel 1973.
Il regime terminò nel 1990 per via di due eventi, il plebiscito del 1988, in cui il 55% (contro il 44%) dei votanti rifiutarono Pinochet e le elezioni generali del 1989. L'11 marzo 1990 divenne presidente Patricio Aylwin, quasi 17 anni dopo il golpe.
Il Rapporto Rettig e altri documenti, redatti dopo la dittatura, si occuparono del conteggio delle vittime dei militari e contarono ufficialmente 3.508 morti (2.298 assassinati o giustiziati, 1.210 sparizioni forzate, desaparecidos anche nei voli della morte) e 28.259 vittime di tortura, di persecuzione, esilio forzato o prigionieri politici, per un totale di circa 31.000-32.000 persone vittime di violazioni di diritti umani a vario titolo da parte del regime, cifra portata a 40.018 (di cui 3.065 "morti o forzatamente scomparsi"), secondo un computo del 2011.
Nonostante ciò, i cileni sono ancora molto divisi riguardo al Régimen Militar e alla figura di Pinochet, ad esempio in un sondaggio del 2013 il 9% degli intervistati giudicò gli anni del regime di Pinochet come "buoni" o "molto buoni" e sostenne che egli "dovrebbe essere ricordato come uno dei maggiori leader della storia cilena", ed il 36% ritenne quegli anni un misto di male e bene o non aveva un'opinione al riguardo.
== Giunta militare di governo ==
Il potere esecutivo in Cile attraverso il colpo di Stato dell'11 settembre 1973, in primo luogo, viene acquisito dalla Junta militar. La Giunta ha rappresentato il "comando supremo della Nazione" e successivamente, ceduto il potere esecutivo nel giugno 1974 al presidente della Repubblica Pinochet, ha esercitato funzioni solo costituenti e legislative. È rimasta in carica fino all'11 marzo 1990. Presidente fu prima Pinochet, dal 1981 l'ammiraglio José Toribio Merino.
== Governi ==
== Soppressione della sinistra ==
A seguito della sua ascesa al potere, l'11 settembre 1973, Pinochet bandì formalmente i partiti di sinistra che avevano costituito la coalizione "Unità Popolare" del presidente deposto Salvador Allende, morto nel golpe. Egli espresse inoltre sdegno per il richiamo del Partito Democratico Cristiano del Cile ad un rapido ritorno alla democrazia civile. Comunque non mise al bando quest'ultimo partito.
Il governo di Pinochet fu caratterizzato dalla soppressione sistematica di tutta l'opposizione di sinistra. Le violenze peggiori occorsero nei primi giorni successivi al colpo di Stato, con il numero di militanti di sinistra uccisi o "scomparsi" che raggiunse presto le migliaia. Successivamente alla sconfitta di Pinochet nel plebiscito del 1988, si scoprì che circa 3.000 persone erano state uccise o fatte sparire dal regime, con diverse altre migliaia che furono imprigionate e/o torturate. Un rapporto recente conta più di 40.000 vittime e 600.000 sequestri, con frequenti violazioni di diritti umani. Mentre alcuni gruppi più radicali, come il Movimento di Sinistra Rivoluzionaria (MIR), erano strenui sostenitori della rivoluzione marxista violenta, viene universalmente accettato che la giunta bersagliò deliberatamente anche gli oppositori politici non violenti.
Il Cile di Pinochet fu un partecipante chiave dell'Operazione Condor, una massiccia operazione di politica estera statunitense, volta ad evitare governi socialisti o comunisti in Sudamerica, condotta congiuntamente dai servizi di sicurezza cileni assieme a quelli di Argentina (durante il cosiddetto Processo di riorganizzazione nazionale), Bolivia, Brasile, Paraguay, ed Uruguay nella metà degli anni settanta. I governi militari di queste nazioni sostenevano di stare neutralizzando i "sovversivi" di sinistra, ma la loro definizione del termine era estremamente ampia, ed era noto che le loro operazioni erano indirizzate contro i dissidenti politici.
== Crescita economica e amministrazione ==
L'economia cilena era ancora traballante nei mesi successivi al colpo di Stato. Poiché la giunta militare non era particolarmente abile nel rimediare alle persistenti difficoltà economiche, Pinochet nominò un gruppo di economisti che erano stati educati negli Stati Uniti all'Università di Chicago. Dato il supporto finanziario ed economico da parte di Pinochet, degli USA e delle istituzioni finanziarie internazionali, i Chicago boys avviarono delle politiche neoliberiste basate sul laissez-faire, sul libero mercato e sul conservatorismo fiscale, in netto contrasto con l'intensivo programma di nazionalizzazione ed economia pianificata centralmente, portato avanti da Allende. La spesa pubblica venne tagliata. Le riduzioni cumulative ai fondi per la salute ammontarono al 60% tra il 1973 e il 1988.
La disoccupazione è aumentata bruscamente per un decennio, dal 4,8% nel 1973 al 31% nel 1983.
Il precedente calo degli aiuti esteri avutosi durante gli anni di Allende venne immediatamente invertito dopo l'ascesa di Pinochet; Il Cile ricevette 322,8 milioni di dollari statunitensi in prestiti e crediti nell'anno successivo al golpe. Ci fu una considerevole condanna internazionale delle violazioni dei diritti umani da parte del regime militare, questione su cui anche gli USA espressero preoccupazione. Ma gli USA furono notevolmente più amichevoli con Pinochet di quanto non lo fossero stati con Allende, e continuarono a dare al Cile un sostanzioso supporto economico negli anni dal 1973 al 1979, mentre al tempo stesso esprimevano la loro opposizione alle repressioni della giunta in sedi internazionali come le Nazioni Unite. Gli USA andarono oltre la condanna verbale nel 1976, quando posero un embargo sulla vendita di armi al Cile, che rimase in vigore fino al ripristino della democrazia nel 1989. Presumibilmente, date le preoccupazioni internazionali circa la repressione interna cilena e la precedente ostilità statunitense e le azioni contro il governo Allende, gli USA non volevano essere visti come complici delle attività di "sicurezza" della giunta. Alcuni importanti alleati degli Stati Uniti, come Regno Unito, Francia e Germania Ovest, non bloccarono la vendita di armi, approfittando della mancanza della competizione USA.
Sotto Pinochet, gli stanziamenti per l'esercito e la difesa interna crebbero del 120% dal 1974 al 1979. A causa della riduzione nella spesa pubblica, decine di migliaia di dipendenti pubblici vennero espulsi da impieghi in altri settori dello stato.
Le politiche economiche sposate dai "Chicago Boys" e implementate dalla giunta causarono inizialmente gravi danni ai settori più poveri della società cilena. Tra il 1970 e il 1989 ci furono ampi tagli nei redditi e nei servizi sociali. Gli stipendi decrebbero dell'8%, I risparmi delle famiglie erano il 28% di quello che erano stati nel 1970 e i budget per istruzione, salute e alloggi erano scesi di oltre il 20% in media. Il massiccio incremento nelle spese militari e i tagli nei finanziamenti ai servizi pubblici coincisero con la diminuzione dei salari e il costante aumento della disoccupazione, che era in media del 26% negli anni 1982-1985 arrivando a punte del 30%.
Le politiche di Pinochet portarono ad una sostanziale crescita del Prodotto Interno Lordo, in contrasto con la crescita negativa vista nell'ultimo anno dell'amministrazione Allende. Il 20% più ricco dei percettori di reddito in conclusione fu quello che guadagnò di più da tale crescita, ricevendo l'85% dell'incremento [Schatan, 1990]. Anche il debito estero crebbe sostanzialmente sotto Pinochet, salendo del 300% tra il 1974 e il 1988.
Le politiche di Pinochet vennero lodate internazionalmente per essere riuscite a trasformare l'economia cilena e aver portato ad un "miracolo economico". Il primo ministro britannico Margaret Thatcher accreditò Pinochet per una prosperosa economia della libera impresa, e ridimensionò il mancato rispetto dei diritti umani da parte della giunta, condannando una "sinistra internazionale organizzata che è in cerca di vendetta".
Secondo gli oppositori il "miracolo economico" cileno che gli economisti liberisti portano ad esempio sarebbe fondamentalmente basato sull'esportazione di materie prime, in particolare del rame, che ha sempre avuto un ruolo importante, soprattutto a partire dagli anni '90 con la modernizzazione di gran parte delle reti telefoniche mondiali. Alcuni studi stimano infatti il contributo delle esportazioni di rame al PIL intorno al 40%. La crescita economica sarebbe quindi fondata su una rendita naturale e su un modello per così dire mercantilista e non liberista.
A seguito del ripristino della democrazia cilena e durante le amministrazioni successive al regime di Pinochet, l'economia cilena ha prosperato, ed oggi la nazione è considerata una storia di successo tra i paesi latino-americani. La disoccupazione era all'8,5% nel 2003, con un tasso di povertà stimato al 20,6% nel 2000 (nel 2007 si stima al 13%), entrambe cifre basse per quella regione. I sostenitori delle politiche economiche di Pinochet sostengono che le tre amministrazioni successive contribuirono a questo successo mantenendo e continuando le riforme iniziate dalla giunta, ma il legame tra le politiche di Pinochet e il boom degli anni novanta rimane soggetto a controversie. Tuttavia, nel 2019 il governo cileno ha dovuto affrontare il controllo pubblico per le sue politiche economiche. In particolare, per gli effetti a lungo termine delle politiche neoliberiste di Pinochet. Proteste di massa scoppiarono in tutta Santiago, a causa dell'aumento dei prezzi dei biglietti della metropolitana. Per molti cileni questo ha evidenziato la distribuzione sproporzionata della ricchezza in Cile.
La "variazione cilena" viene ancora vista da molti come un potenziale modello per nazioni che non riescono ad ottenere una crescita economica significativa. L'ultima di queste è la Russia, per la quale David Christian avvertì nel 1991 che "un governo dittatoriale che presiede sulla transizione al capitalismo sembra uno degli scenari più plausibili, anche se questo significa un alto prezzo in termini di violazioni dei diritti umani".
== Il ritorno alla democrazia di Pinochet ==
Con la nuova costituzione emanata nel 1980, che aveva sostituito quella del 1925, fu deciso che con un plebiscito si sarebbe stabilito se Pinochet sarebbe rimasto ancora per un mandato come presidente della Repubblica. Il plebiscito del 1988 portò al rifiuto di Pinochet (con il 55% dei votanti che si espressero contro di lui) e alla indizione delle prime elezioni democratiche del 1989, democrazia nella quale però l'ex dittatore mantenne la carica di comandante supremo delle forze armate.
Le elezioni presidenziali del dicembre 1989 furono vinte da Patricio Aylwin già al primo turno. La costituzione emanata dalla dittatura rimase invariata; i delitti commessi furono "liquidati" con l'attuazione della politica della riconciliazione nazionale.
Pinochet restò comunque al vertice delle forze armate altri 8 anni, fino al marzo 1998. Una volta in pensione, divenne Senatore a vita. Pochi mesi dopo fu arrestato a Londra, dove rimase agli arresti domiciliari fino al 2002, quando gli fu concesso di ritornare in Cile.
== Nell'arte ==
=== Cinema ===
=== Letteratura ===
La casa de los espiritus di Isabel Allende
== Note ==
== Bibliografia ==
David Christian (1991). "Perestroika and World History", Pubblicato in Australian Slavonic and East European studies Macquarie University (Sydney, Australia).
Falcoff, Mark (2003). "Cuba: The Morning After", p. 26. AEI Press, 2003.
Petras, J., & Vieux, S. (1990). "The Chilean 'Economic Miracle"': An Empirical Critique", Critical Sociology, 17, pp. 57–72.
Roberts, K.M. (1995). "From the Barricades to the Ballot Box: Redemocratization and Political Realignment in the Chilean Left", Politics & Society, 23, pp. 495–519.
Schatan, J. (1990). "The Deceitful Nature of Socio-Economic Indicators". Development, 3-4, pp. 69–75.
Sznajder, M. (1996). "Dilemmas of economic and political modernisation in Chile: A jaguar that wants to be a puma", Third World Quarterly, 17, pp. 725–736.
Valdes, J.G. (1995). Pinochet's economists: The Chicago School in Chile, Cambridge: Cambridge University Press.
James F. Petras, Morris H. Morley, The United States and Chile: imperialism and the overthrow of the Allende government , 0853453616, 9780853453611 Monthly Review Press, 1975
== Voci correlate ==
Augusto Pinochet
Colpo di Stato in Cile del 1973
Film sulle dittature militari latino-americane del XX secolo
Giunta militare cilena
Gremialismo
Giunta di governo Pinochet
Miracolo del Cile
Pinochetismo
Plebiscito cileno del 1988
Massacri anticomunisti
== Altri progetti ==
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== Collegamenti esterni ==
(ES) Memoriaviva - Archivo digital de las Violaciones de los Derechos Humanos de la Dictadura Militar en Chile (1973-1990), su memoriaviva.com. URL consultato il 10 giugno 2010 (archiviato dall'url originale il 3 giugno 2015).