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Giovedì 28 marzo 2024


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Supplementi autore Goldoni Carlo


CARLO GOLDONI
Venezia, 25 febbraio 1707
Parigi, 6 febbraio 1793

Carlo Goldoni nacque a Venezia il 25 febbraio 1707. Fece i primi studi a Perugia, presso il padre medico, e poi a Rimini.
Dal '23 al '25 seguì i corsi di giurisprudenza a Pavia, dove aveva ottenuto un posto nel collegio Ghislieri.
Espulso dal collegio, per una satira che egli s'era lasciato indurre a scrivere e a divulgare contro le donne di quella città, tornò presso la famiglia a Chioggia.
Negli anni '28 - '29 fu coadiutore del cancelliere criminale, prima a Chioggia e poi a Feltre; nel '31 si laureò a Padova, e l'anno seguente iniziava a Venezia la professione dell'avvocatura, che continuò
poi, sebbene alquanto saltuariamente, fino al 1747, alternandola con incarichi diplomatici a Milano e a Genova, con frequenti peregrinazioni nelle varie regioni d'Italia e con una ricca e multiforme attività di scrittore teatrale.
Al teatro s'era accostato con passione fin dall'infanzia: il gusto dello spettacolo era assai vivo nell'ambiente veneziano (anche il nonno di Carlo amava organizzare nella sua villa rappresentazioni di commedie e melodrammi, non ultima ragione della rovina economica della famiglia); e Goldoni fin dai primi anni s'era dato con molto gusto alla lettura dei drammi del Cicognini, e si divertiva con le marionette; tredicenne , partecipo' in casa a una rappresentazione della "Sorellina di don Pilone";
mentre era a Rimini, per studiare filosofia, si distraeva frequentando le recite di una compagnia comica, con la quale scappo' poi in barca per ricongiungersi con i suoia Chioggia; più tardi a Pavia, scartabellando nella biblioteca di un suo professore, vi lesse raccolte di opere teatrali inglesi, spagnole e francesi, meravigliandosi che non ve ne fosse alcuna di autori italiani: avvertiva fin d'allora con pena questa lacuna della nostra letteratura.
In seguito conobbe le commedie del Della Porta, del Gigli, del Fagiuoli, del Nelli; ammirò| la "Mandragola"; lesse Aristofane, Plauto, Terenzio; lodò lo Zeno e il Metastasio; studi| il teatro francese e, con particolare predilezione, Moliere; non gli furono ignote neppure le opere teoriche e critiche sull'arte drammatica, dal Castelvetro al Gravina, dal Muratori al Maffei.
Ma già prima di procurarsi quella salda preparazione critica e quella disciplina di studi, di cui si riconosce il frutto nelle opere più mature, s'era dato a scrivere per il teatro con una passione e un entusiasmo, un po' frettolosi e sbandati, ma non dilettanteschi.
Nel '32 aveva composto la prima tragedia per musica , l'"Amalasunta"; e negli anni successivi (a Milano, a Verona, a Venezia, a Genova, a Pisa) scriveva e faceva rappresentare melodrammi, intermezzi, tragicommedie e commedie, in parte opere originali, in parte rifacimenti di libretti dello Zeno e del Pariati.
Passando per diversi tentativi veniva a poco a poco preparando se stesso e il pubblico a quella riforma della commedia , considerata come organismo letterario, che egli vagheggiava e doveva poi attuare in pieno negli anni successivi, e che gi à
s'annunzia nel "Momolo cortesan" e nella "Donna di garbo".
Nel '47, dopo la rappresentazione a Livorno di quest'ultima commedia, strinse un contratto con la compagnia di Girolamo Medebac, della quale fu il poeta stipendiato fino al '52.
Le commedie, da lui dettate e recitate dai comici del Medebac gli procurarono una rapida fama, che s'accrebbe quando nel febbraio del '50, promise di comporre per la stagione prossima ben sedici commedie nuove, e mantenne l'impegno presentandone addirittura diciassette.
Nell'83 intraprese a scrivere, in francese, le sue "Memorie", che poi condusse innanzi fino al 1787.
Morì il 6 febbraio 1793.




Testo di assaggio


Goldoni Carlo: La mascherata
Grandezza del file: 58 kb
Informazioni sull'autore
Approfondimenti sull'opera

Carlo Goldoni

LA MASCHERATA

Dramma Comico per Musica di Polisseno Fegejo Pastor Arcade da rappresentarsi nel Teatro Tron di S. Cassiano il Carnovale dell'Anno 1751.

PERSONAGGI
SILVIO cavaliere romano.
La Sig. Angela Conti detta la Taccarini.
LUCREZIA moglie di
La Sig. Serafina Penni.
BELTRAME mercante.
Il Sig. Girolamo Piani, Virtuoso della Real Cappella di Napoli.
...A un altro ramo il lascierò volare.

BELT.
Brave, figliuole, brave!
Ho piacer che cantiate:
Che stiate allegramente e lavoriate.
Cappari! avete fatto il bel lavoro!
Andate a farvi dar la colazione.
Io non son un padrone interessato:
A chi fa il suo dover, mi mostro grato.

DONNE
Oimè che l'uccellino se n'è andato,
E mi ha lasciato il pizzicor nel core.
Appena a cantucciare ha principiato,
Da me se n'è fuggito il traditore.
...
[Fine del testo di assaggio]


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