Biblioteca Digitale per i Ciechi
Distributore BDCiechi
 


Sabato 11 maggio 2024


Frase del giorno: Che cosa sarebbe il nostro corpo senza l’anima? Un fodero (Jean Louis Auguste Commerson)
Santi del giorno: Sant'Ignazio da Laconi, Santa Stella, San Fabio di Curi in Sabina, Santi Anastasio, Teopista e figli di Camerino, San Nepoziano di Altino, San Gualtiero di Esterp, Santi Gualberto e Bertilla, San Matteo Le Van Gam, San Francesco De Geronimo di Grottaglie, Beati Giovanni Rochester e Giacomo Walworth, Beato Serafino (Gjon) Koda, Beata Maria Paschalis, Beato Gregorio Celli da Verucchio


Premere qui per tornare alla pagina principale



Domande frequenti | Contatto

Premere qui per andare alla versione web
Utente giuart: opere scaricabili nel mese 60, scaricate 0, rimanenti 60.

Prelievo opera

L'opera seguente è pronta per il download:
James Henry: La panchina della desolazione e altri racconti
Grandezza: 556.2 kb

Premere qui per scaricare il file



Testo di assaggio


James Henry: La panchina della desolazione e altri racconti
Grandezza del file: 556 kb
Informazioni sull'autore
Approfondimenti sull'opera

Henry James

La panchina della desolazione

e altri racconti

Traduzione di Carlo Izzo

Composti tra il 1891 e il 1910, questi racconti appartengono alla piena maturità di Henry James e mettono a fuoco alcuni dei temi ricorrenti della sua narrativa: il conflitto di costumi tra America ed Europa; il problema dell’arte e la condizione dell’artista; il rispecchiarsi del mondo degli adulti in una coscienza infantile; l’azione corruttrice del denaro nella società moderna; la difficoltà o impossibilità dei rapporti umani… Temi, questi e altri, sempre filtrati dalla coscienza individuale, il centro cui si riferisce e si subordina ogni elemento della narrazione. “Storico delle coscienze sottili” era definito James da Joseph Conrad. E invero protagonista della sua arte, oggetto del suo realismo, è l’uomo nel dramma psicologico e morale che perennemente lo agita, nell’eterno processo di percezione dell’esperienza e di reazione a essa, di iniziazione e di conquista, perdita e lotta, vittoria e rinuncia. La linea su cui si muove il suo sforzo espressivo ha un’evidenza che raramente è dato scorgere in uno scrittore. Ed è la linea di un’esplorazione sempre più penetrante e lucida nel regno della vita interiore, e della ricerca di una rappresentazione che a tale vita pienamente si adegui, in un processo che è stato spesso definito di “rarefazione” ma che è, piuttosto, di trasfigurazione. D’altro canto, lo studio jamesiano della coscienza non è mai astratto, astorico. Questi racconti lo dimostrano sia per la loro qualità di preciso e sensibile documento di costume – lo squisito senso d’osservazione di James e la sua esperienza di uomo di mondo vi animano una vivacissima galleria di figure e personaggi “tipici” dell’epoca – sia e soprattutto perché nelle “coscienze” che vivono e patiscono in questi racconti riconosciamo i tratti dei personaggi che vivono la crisi della società borghese nelle opere del grande decadentismo europeo: le opere di Mann e Svevo, di Eliot e Joyce.

HENRY JAMES (New York, 1843-Londra, 1916) era figlio del filosofo Henry James Sr. e fratello minore di William, lo psicologo iniziatore del pragmatismo. Scrisse ventidue romanzi e più di un centinaio di racconti, oltre a varie opere saggistiche e ad alcuni lavori teatrali. Tra le sue opere Bompiani ha pubblicato Che cosa sapeva Maisie.

Henry James

La panchina della desolazione

e altri racconti

Traduzione di Carlo Izzo

Prefazione di Agostino Lombardo

Proprietà letteraria riservata

© 1946 Casa editrice Valentino Bompiani

© 1980 Gruppo Editoriale Fabbri, Bompiani, Sonzogno, Etas S.p.A.,

© 2002 RCS Libri S.p.A., Milano

eISBN 978-88-58-76109-0

In copertina: Vittorio Matteo Corcos, Sogni, 1896, Roma, Galleria Nazionale d’Arte Moderna.

Progetto grafico Polystudio. Copertina di Aurelia Raffo

www.bompiani.eu

PREFAZIONE

di Agostino Lombardo

SULL’ARTE DI HENRY JAMES

La dedizione all’arte è il tratto precipuo e, si direbbe, il principio unificatore della vita di Henry James: una vita ben diversa da quella persino leggendaria di molti scrittori americani e nella quale tutto è in funzione dell’arte, tutto sembra sacrificato ad essa. “Voi sapete bene ciò che [l’artista] deve fare: la concentrazione, la perfezione, l’indipendenza per cui deve lottare”, leggiamo nel racconto La Lezione del Maestro; e ancora: “Egli non ha nulla a che vedere col relativo – ha a che fare soltanto con l’assoluto. D’altronde, l’artista non ha una passione, un affetto, che include tutto il resto?” Questa passione, che anima e sostanzia le numerose figure di artisti disegnate da James, è anche la sua, viva e ardente e incessante; una «passione costruttiva, creativa», come scrive in una delle prefazioni che antepose alle sue opere raccogliendole nell’Edizione di New York (1907-9), “l’esercizio della quale trova tante occasioni per apparire [all’artista] come la più alta delle fortune umane, la più rara benedizione degli dèi... La grande estensione, superiore a tutte le altre, dell’esperienza e della consapevolezza”. In ciò, James è davvero figlio del suo tempo, è davvero acceso dallo stesso entusiasmo estetico che infiamma il decadentismo europeo – e non è certo un caso che egli collabori a The Yellow Book, la rivista dell’estetismo inglese. E tuttavia, sottoscrivere una definizione che facesse di James un “esteta”, un allievo di Walter Pater (come pure è stato fatto), sarebbe come considerare tali Flaubert e Proust, Joyce o Virginia Woolf, o come giudicare estetizzante l’esperienza del romanzo moderno, e non solo del romanzo, ma dell’arte tutta del nostro tempo, che ha applicato e applica all’arte lo stesso rigore, la stessa passione. Di fatto l’arte, per James, non è mai intesa come fine a se stessa, secondo la poetica dell’estetismo, bensì nella sua natura di rappresentazione della realtà.
...
[Fine del testo di assaggio]


Torna a inizio pagina


Curatore della Biblioteca Digitale per i Ciechi: Carmelo Ottobrino
Software Copyright © 2010-2024 Giuliano Artico