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Sabato 11 maggio 2024


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Kent Linda: L'albero dei desideri
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Linda Kent

L’albero dei desideri

2019 Mondadori Libri S.p.A., Milano
ISBN 9788852092084

Il libro

Grant Cameron, direttore della Selby Overseas di Calcutta, è un uomo di successo, stimato da tutti e corteggiato dalle lady inglesi, ma non dimentica il passato che dalla Scozia lo ha condotto in India, né la gratitudine che lo lega a lord Selby. Pertanto, non può rifiutare l’incarico di vegliare sulla giovane figlia dell’amico, anche se i sentimenti che la bellissima Sashi gli suscita nel cuore sono profondi e intensi. Audace, sensibile e intelligente, Sashi rappresenta il suo sogno proibito, conteso da un rivale affascinante e dalla magica atmosfera indiana che circonda la ragazza, rendendola semplicemente irresistibile. Un sogno al quale Grant non è più disposto a rinunciare, neanche a costo della vita.

L’autrice

Nonostante il suo nome rimandi a lontane origini familiari, Linda è orgogliosa di essere italiana. Divide la sua vita fra Roma e la campagna toscana, un’oasi di tranquillità nella quale rifugiarsi quando scrive. Ama profondamente la letteratura, la poesia e la storia del passato, soprattutto quella del Regno Unito. Non appena le è possibile, compie lunghi viaggi nei luoghi in cui ambienta i suoi romanzi, per poterli descrivere fedelmente ai suoi lettori. Il sito web di Linda Kent è visitabile agli indirizzi: www.lindakentauthor.com, www.facebook.com/lindakentromance, https://twitter.com/lindalindakent.

L’ALBERO DEI DESIDERI

Alla mia cara amica Angela White

Oh, essere in Inghilterra ora che è aprile,
e vedere un mattino al risveglio e all’improvviso
che i rami più bassi e il fascio di germogli
attorno al tronco dell’olmo sono ricoperti di foglioline,
mentre canta il fringuello sul ramo che si protende
dalla serra.
In Inghilterra – ora!
ROBERT BROWNING, Home Thoughts from Abroad
La primavera, che un giorno
apparve col suo seguito
nel mio giardino, s’alzò chiassosa
nell’abbondanza d’innumerevoli petali,
nel melograno, nelle campanule,
nelle nuove foglie, di foresta in foresta:
con i suoi molteplici baci
turbò l’azzurro del cielo.
RABINDRANATH TAGORE
Prologo
Londra, aprile 1862
Il momento perfetto, soltanto suo. La casa si era già svegliata da almeno un’ora, ma c’era ancora tempo prima di incontrare la famiglia, riunita attorno al tavolo della colazione.
Sashi lanciò uno sguardo alla mattina luminosa, incorniciata come un quadro dall’intelaiatura della finestra; afferrò il volume che le aveva fatto compagnia prima di addormentarsi e lo scialle di leggero kashmir. Socchiuse la porta della camera e scese, silenziosa, le scale.
Rispose al saluto quieto del maggiordomo, ormai abituato a quelle sortite, e attraversò l’ingresso diretta al giardino sul retro: le siepi ordinate, gli arbusti di rose, una fontana discreta, verde di muschio. In fondo al prato, il padiglione che era il suo regno, il suo piccolo castello fatato.
Salì i tre gradini che conducevano alla porta di vetro e ferro smaltato, e la aprì. Posò il libro sul tavolo rotondo, lo scialle sul divano dai morbidi cuscini, poi si diresse alla voliera che ospitava i parrocchetti; parlò con loro, riempì le ciotole di semi, controllò che avessero acqua fresca a sufficienza, e s’incantò ad ascoltare il festoso cinguettio. I piccoli amici e la pace che le proveniva da quei gesti quotidiani calmarono a poco a poco la sua inquietudine.
Il ricevimento della sera precedente, il caldo dei saloni sovraffollati, la luce intensa delle candele, replicata dai gioielli sontuosi. Le chiacchiere un po’ vacue delle altre coetanee – a volte curiose, a volte maligne – alle quali non avrebbe mai fatto l’abitudine. E poi i giovani che si affrettavano a firmare il suo carnet: i loro sguardi di finta ammirazione e di più genuina sfrontatezza, come se credessero di poter osare con lei più che con qualunque altra. Le insinuazioni che qualcuno lasciava cadere, quasi senza importanza, durante un giro di valzer. Lei sorrideva, come se non capisse, e si guardava bene dal mostrarsi turbata agli occhi dei genitori, poiché sapeva che, se lo avessero immaginato, si sarebbero schierati al suo fianco. Non voleva che accadesse: per non addolorarli e, soprattutto, perché voleva combattere da sola le proprie battaglie. Acquistare consapevolezza, conquistarsi un posto nel mondo, a testa alta, orgogliosa di se stessa e delle proprie radici.
Un raggio di sole colpì la vetrata. Sashi la aprì, e protese il viso alla luce e al tepore, lieta di non dover ricorrere al cappello o al parasole per proteggere la carnagione. Erano così tanti i piaceri di cui molte giovani inglesi si privavano; non lei, però, che inglese lo era soltanto per metà.
Non sapeva se quella metà fosse o no la sua parte migliore. Troppo tempo era trascorso da quando aveva lasciato Calcutta; i ricordi dell’India e di sua madre erano legati a un vecchio dagherrotipo un po’ sbiadito.
...
[Fine del testo di assaggio]


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Curatore della Biblioteca Digitale per i Ciechi: Carmelo Ottobrino
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