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Sabato 11 maggio 2024


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Fripp Helen: La casa dello champagne
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Helen Fripp

La casa dello champagne

Ispirato all'incredibile storia vera di Madame Clicquot
Reims, 1797. Sono passati solo pochi anni dalla Rivoluzione e la Francia è una terra ricca di opportunità per chi, come il giovane François Clicquot, è ambizioso e pieno di progetti. Barbe-Nicole Ponsardin, da poco diventata sua moglie, ha un'indole altrettanto vivace. Sono ricchi, intelligenti e possiedono alcuni tra i vigneti più produttivi della regione: sembrano destinati a un futuro radioso.
Ma le cose non vanno come previsto. Dopo la morte improvvisa di François, Barbe-Nicole si ritrova sola in un mondo di uomini e nessuno scommetterebbe su una donna che porta avanti l'attività del marito. La sua determinazione, però, è inossidabile: renderà il Veuve Clicquot lo champagne più famoso d'Europa, non importa quante difficoltà dovrà affrontare.
Sarà un evento straordinario, la cometa che solca il cielo nel 1811, a segnare una svolta: il meraviglioso fenomeno celeste porta con sé la migliore vendemmia degli ultimi decenni e, inaspettatamente, una ventata fresca nella vita sentimentale di Nicole.
Con un simile segno del destino a indicarle la via, si troverà a prendere una decisione in grado di cambiare per sempre il corso degli eventi, iscrivendo il suo nome nella storia dei secoli a venire.

Titolo originale: The French House
Copyright (c) Helen Fripp, 2021
All rights reserved.

Traduzione dalla lingua inglese di Daniela Palmerini e Cristina Antonucci
(c) 2023 Newton Compton editori s.r.l., Roma

www.newtoncompton.com

Newton Compton editori

Dedica

Per Tara e Charlie,
tenetevi stretti i vostri sogni

Citazione

Per quale motivo dovremmo costruire la nostra felicità sulle opinioni degli altri,
quando possiamo trovarla nel nostro cuore?

jean-jacques rousseau

1. Rivoluzione. Reims, 21 luglio 1789.

In quella splendida mattinata Nicole si fermò al bivio e cercò di capire cosa fare. Imboccare rue des Filles Dieu, un vicolo ombreggiato e divino per ragazze obbedienti che portava direttamente alla sua scuola retta dalle suore, o preferire una deviazione proibita attraverso la piazza aperta, dove la luce del sole tremolava in una foschia sopra i ciottoli?
Tirò in aria una moneta, la fermò sul dorso della mano e chiuse gli occhi. Pile ou face, testa o croce. Non aveva importanza: avrebbe sempre vinto la piazza proibita, specialmente nel giorno del mercato. Era l'unica vera scelta, piena di promesse. Corse verso la piazza illuminata dal sole.
Alla statua di re Luigi xvi, si fermò per accarezzare il muso segnato dalle intemperie del cavallo di pietra come buon auspicio, mimò un inchino al re e si bloccò... Intorno al collo del sovrano era stato legato un cappio. E qualcuno aveva fatto cadere delle gocce di vernice rossa sotto i suoi occhi regali. Il re lacrimava sangue! Non era di certo opera di Xavier. A volte dipingeva addosso al re dei baffi di carbone o magari gli infilava un geranio sotto la sella del cavallo affinché gli sporgesse dal sedere, ma non aveva mai fatto niente di così macabro.
Dunque le notizie che giungevano da Parigi dovevano essere vere. L'intera città era in fermento. Quatorze Juillet, il giorno in cui la Francia si era capovolta. Il re screditato. La Repubblica del popolo, la rivoluzione. Liti accese agli angoli delle strade e pettegolezzi a non finire, tutti relativi a qualcosa che avveniva lontano. Il cappio e il sangue erano il genere di cose che accadeva a Parigi, non lì, nella sicura e sonnolenta Reims.
Deturpare l'immagine del sovrano era un reato grave, che i soldati del conte si sarebbero accertati di non lasciare impunito. Si trattava di un indisciplinato gruppo di annoiati criminali che pattugliavano regolarmente le strade alla ricerca di qualcuno da picchiare, inclusi i ragazzi che marinavano la scuola, persino quelli ricchi come lei.
Nicole si avviò verso la sicurezza della piazza correndo ma non troppo per non destare sospetti. Di solito, nei giorni di mercato, la piazza brulicava di contadini champenois che allestivano i loro banchi illuminati come fossero sacrifici all'alta cattedrale che sorvegliava la piazza. Ma non quel giorno. L'anziana vedova di Aÿ se ne stava sconsolata accanto a un paio di ceste logore. Il suo prezzemolo spelacchiato ormai aveva fatto i fiori e quella povera manciatina di cipolle ammuffite sarebbe dovuta finire in salamoia già da un bel pezzo.
Anche la smunta signora delle marmellate di Allers-Villerand era lì, come sempre. Nicole poteva anche avere solo undici anni, ma era orgogliosa del suo spirito di osservazione e quella marmellata non era stata venduta durante gli ultimi tre mercati. Sapeva che era la stessa perché la signora aveva scritto male la parola "fragola" su quel carico e chi sapeva leggere era troppo educato per dirlo.
Non aveva riconosciuto l'uomo del banco del macellaio che vendeva conigli scuoiati sull'altro lato della piazza:
...
[Fine del testo di assaggio]


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