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Domenica 12 maggio 2024


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De Balzac Honoré: Memorie di Sanson. Boia della rivoluzione
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De Balzac Honoré: Memorie di Sanson. Boia della rivoluzione
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Approfondimenti sull'opera

Honoré de Balzac.
MEMORIE DI SANSON.
BOIA DELLA RIVOLUZIONE.
© Copyright Mondadori, Milano 2004.

A cura di Paola Decina Lombardi.
Titolo originale dell'opera: "Mémoires pour servir à l'histoire de la Révolution française, par Sanson, exécuteur des arréts criminels pendant la Révolution".
Traduzione di Paola Decina Lombardi.
I capitoli 3., 10., 11., 13. e 17. del secondo volume, per la stesura dei quali Balzac si è avvalso della collaborazione di L'Héritier de l'Ain, e i testi in Appendice sono stati tradotti da Francesca Spinelli.

NOTA DI COPERTINA.

Le "Memorie di Sanson" pubblicate nel 1830 (un anno dopo le "Ultime ore di un condannato a morte" di Victor Hugo) danno voce a una 'vittima' singolare: Sanson, il boia di Luigi Sedicesimo e del Terrore. Erede di una carica tramandata per secoli di padre in figlio, Sanson racconta una storia di famiglia e una crisi di coscienza. Ligio a un principio d'autorità e a una legalità che vede sgretolarsi; diviso tra il senso del dovere e l'orrore per la pena di morte, questo carnefice sensibile alle sventure umane si batte per l'abolizione della pena capitale e della tortura, per una giustizia senza privilegi e più efficiente. Attraverso il suo dramma si consumano la fine dell'"ancien régime" e gli sconvolgimenti rivoluzionari. Tradotte per la prima volta in italiano, queste "Memorie" costituiscono una delle opere più intriganti e meno note del giovane Balzac. Deciso atto d'accusa verso il sistema giudiziario dell'epoca, appassionata riflessione sul rapporto tra norma sociale, libertà individuale e dignità umana, l'opera annuncia alcuni grandi temi della "Commedia umana" mentre, fra quadro d'epoca e racconto pittoresco, schizza personaggi inquietanti e delicate figure di vittime. Negli episodi evocati dal boia, discendente dell'italiano Pietro Sansoni, un posto particolare è riservato all'Italia, descritta come terra di briganti e piratesse, dove a una lenta giustizia si affianca un arcaico codice d'onore.
A cura di Paola Decina Lombardi.

INDICE.

"Sanson, un caso di coscienza" di Paola Decina Lombardi.
"Cronologia".
"Bibliografia".
"Nota alla traduzione".

MEMORIE DI SANSON.
Introduzione.
Volume primo.
Volume secondo.

APPENDICE.
"Edizioni e storia dell'opera"; di Paola Decina Lombardi.
Incontri con Sanson.
Testimonianza della sorella Laure.
Lettera di Marco de Saint-Hilaire ad Armand Dutacq.
Prospetto.

NOTE.

SANSON, UN CASO DI COSCIENZA.
di Paola Decina Lombardi.

«Balzac sosteneva Dio e il re, se non da credente, da politico. [...] Eppure, ha scritto l'opera più rivoluzionaria, in cui la democrazia cresce e si afferma sulle rovine d'una società putrida.» (1) A confermare questo giudizio di Emile Zola, paradossalmente vale anche un'opera pubblicata anonima come le "Memorie di Sanson". Nonostante la «repulsione per l'argomento» - le memorie del pubblico carnefice Charles-Henri Sanson, boia di Luigi Sedicesimo e di almeno duemilasettecento vittime del Terrore -, e nonostante la concitata stesura, avvenuta più sul tavolo del tipografo che tra le risme di carta delle prime "Scene" della "Commedia umana"; insomma, nonostante la struttura diseguale e magmatica, in queste "Memorie" Balzac già dispiega tutta la sua carica passionale di osservatore dei costumi e di grande moralista che, guardando con animo ribelle ai mali sociali, nutre il sogno di cambiare il mondo. E' il Balzac che, credendo ai «progressi dell'uomo su se stesso» come afferma nell'"Avant-propos" della "Commedia umana", si avvia a costruire l'opera grandiosa che vuole contribuire all'affermazione della «Religione dell'umanità».

Quando nella primavera del 1830 a Parigi arrivano in libreria le "Memorie di Sanson", le discussioni suscitate dall'"Ultimo giorno di un condannato a morte" (2) di Victor Hugo sono ancora vive. Che nel clima di ricostruzione degli avvenimenti rivoluzionari, in mezzo a tanta memorialistica antica e moderna, vera e falsa, che appassiona il grande pubblico, si pensi a dar voce all'«esecutore delle grandi opere» durante la Rivoluzione, non stupisce. Anzi, l'attenzione alla sua terribile figura aggiunge un tassello al dibattito riacceso dalla drammatica denuncia di Victor Hugo contro la pena di morte (3).
A distinguere le "Memorie di Sanson" da altre 'memorie del carnefice' - operazioni commerciali volte più a soddisfare una curiosità morbosa che a contribuire al dibattito - non è però la dichiarazione dell'editore che le rivendica come le uniche «autentiche». E neppure un carattere squisitamente letterario. Progettata come una lucrosa operazione di mercato a grande tiratura, l'opera non è esente da descrizioni orripilanti e storie pittoresche, incongruità e prolisse tirate di aneddoti banali, tipici del genere feuilleton allora in voga.
...
[Fine del testo di assaggio]


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