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Costanza DiQuattro
Giuditta e il monsù
Ibla, 1884. A Palazzo Chiaramonte, una notte di maggio porta con sé due nascite anziché una soltanto. Fortunato, abbandonato davanti al portone, e Giuditta, l'ultima fimmina di quattro sorelle. Figlia del marchese Romualdo, tutto silenzi, assenze e donne che non si contano più, e di sua moglie Ottavia, dall'aria patibolare e la flemma altera, è proprio lei a segnare l'inizio di questa storia. Lambendo cortili assolati e stanze in penombra, cucine
...Guglielmo Alvaro Chiaramonte era il secondo dei tre figli del marchese Domenico Chiaramonte. Non avrebbe dovuto essere suo il titolo, il palazzo e le proprietà se suo fratello Tommaso non fosse morto, a soli ventitré anni, di sifilide.
Così Romualdo a ventun anni si trovò investito di un ruolo che non avrebbe mai voluto, ricoperto di titoli come un re, di terre sparse per un territorio aspro e soleggiato e di palazzi sconfinati la cui vetusta bellezza sembrava abbracciare la decadenza.
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[Fine del testo di assaggio]
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